Si parla spesso dei ricercatori troppo spesso costretti alla “fuga” all’estero, alla ricerca di ambienti di lavoro più gratificanti e di riconoscimenti economici adeguati.
Le cifre sono impressionanti: circa 60mila giovani “under 40” lasciano l’Italia ogni anno, il 70% di loro sono laureati. Si tratta di capitale umano qualificato che lascia il Paese. Si stima quindi che oltre 45mila laureati emigrino ogni anno, con un costo astronomico per l’Italia: quasi sei miliardi di dollari. Pochi di loro fanno normalmente ritorno, producendo ulteriore ricchezza all’estero.
Fondazione IRET si impegna per offrire ai propri ricercatori percorsi di progressiva stabilizzazione garantendo continuità ai progetti di ricerca. Per fare questo però l’auto-finanziamento spesso non basta, dobbiamo contare anche sull’aiuto di chi vuole fare qualcosa di concreto a sostegno della ricerca.
Finanziare il lavoro dei nostri ricercatori o un progetto di ricerca specifico significa valorizzare i nostri talenti, significa libertà di ricerca, meritocrazia, significa fermare l’emorragia di cervelli e contribuire alla lotta contro le malattie neurodegenerative.
Come finanziare l’attività di un ricercatore
– coprendo con una donazione una parte dei costi di un anno di attività
– con un sostegno permanente mensile o annuale.
Le azienda possono aderire al progetto di Responsabilità Sociale che abbiamo studiato per valorizzare l’impegno delle imprese e soddisfare le esigenze di marketing e comunicazione.
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Paolo Celli, fund raising manager paolo.celli@iret-foundation.it